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La terza via della contrattazione collettiva per gli studi professionali

CIFA e CONFSAL sottoscrivono il CCNL per i dipendenti degli Studi Professionali

L’ “alternativo” modello contrattuale di CIFA e CONFSAL approda anche negli studi professionali.

Sottoscritto in data 4 maggio 2022 da CIFA e CONFSAL il CCNL per i dipendenti degli studi professionali. La volontà delle parti è quella di imprimere un’accelerazione ai processi di digitalizzazione e di trasformazione organizzativa sostenendo le componenti soft del lavoro, quali, ad esempio, la capacità di comunicare efficacemente, di collaborare e cooperare, nonché un approccio nuovo e creativo nella risoluzione dei problemi e nell’orientamento al cliente.

Tali competenze sono oramai indispensabili per affrontare le trasformazioni che interessano il mondo delle professioni, per rendere gli studi professionali maggiormente flessibili e capaci di affrontare le sfide del settore. Al fine di accompagnare tale transizione, Cifa e Confsal hanno ritenuto necessaria una revisione critica delle soluzioni contrattuali già esistenti ponendo l’attenzione sui fabbisogni di competenze digitali e trasversali espressi dagli studi professionali e sulla necessità di sostenere le trasformazioni organizzative di tali contesti. Negli anni infatti la crescita professionale dei dipendenti degli studi, si è troppo spesso limitata ad aggiornamenti in ambito tecnico, normativo e operativo, trascurando altre conoscenze ed abilità che, oggigiorno, sono sempre più necessarie. Per questo, anche negli studi professionali, la contrattazione di Cifa e Confsal punta allo sviluppo di una nuova idea di formazione mediante iniziative volte a favorire un’occupazione giovanile di qualità.

I processi di Onboarding, il cui lo scopo è quello di incentivare lo sviluppo di nuove competenze basandosi anche su meccanismi di Job Rotation affinché il datore di lavoro possa offrire al nuovo dipendente una più ampia panoramica dell’organizzazione e dei processi dello studio professionale, sono attivabili per giovani di età inferiore ai 35 anni assunti con contratto a tempo indeterminato e puntano ad offrire una reale e strutturata opportunità di crescita, supportando i neoassunti ad approcciarsi nel migliore dei modi al mondo del lavoro e creando un ponte con il mondo dell’istruzione.

Viene, altresì, confermata l’attenzione posta alla persona come parte attiva all’interno delle dinamiche aziendali, portando al centro della contrattazione collettiva il tema della formazione continua. Scelta evidente mediante l’istituzione del processo di “Reemployment”, attivabile per le assunzioni a tempo indeterminato finalizzate al reinserimento nel mercato del lavoro di categorie di lavoratori fragili. Ci si riferisce, in particolare, ai lavoratori con più di 50 anni di età, alle donne prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi, ai lavoratori disoccupati di lunga durata, ai soggetti espulsi dal mercato del lavoro e percettori di ammortizzatori sociali e, infine, ai soggetti che rientrano in specifiche misure di politiche attive di ricollocazione messe in atto da operatori pubblici o privati per l'impiego.

La sottoscrizione del CCNL per i dipendenti degli Studi Professionali conferma l’intento di Cifa e Confsal di offrire un modello contrattuale che ruoti attorno alle competenze e al costante aggiornamento delle stesse. Vengono regolamentati lo “scatto di competenza”, previsto in sostituzione dello scatto di anzianità, e la “certificazione contrattuale delle competenze”, con cui si riconosce un valore economico alla crescita professionale del lavoratore, crescita supportata dalla formazione finanziata da Fonarcom, il fondo interprofessionale di Cifa e Confsal.

Alla base della contrattazione di Cifa-Confsal vi è infatti la promozione dello sviluppo professionale e personale del lavoratore, quale fattore di crescita per sé stesso e per il contesto in cui opera. Al contempo, incentivare un continuo aggiornamento ed accrescimento delle competenze tutela i lavoratori dal rischio di fuoriuscita dal mercato del lavoro e, associare a questo il riconoscimento di una premialità retributiva, favorisce la crescita del loro livello di engagement.

In tale prospettiva si colloca il meccanismo di certificazione contrattuale delle competenze, che permette di riconoscere e validare le nuove competenze acquisite dal lavoratore ai fini dello scatto di competenza, ossia dell’aumento retributivo periodico corrisposto al lavoratore, in sostituzione dello scatto di anzianità.

In tale processo entra in gioco l’Ente Bilaterale EPAR, demandato di curare i percorsi formativi e la certificazione delle competenze acquisite ed individuate per ogni qualifica di riferimento. Per ottenere lo scatto di competenza è, infatti, previsto che il possesso delle nuove competenze acquisite venga comprovato attraverso apposita certificazione e questo può avvenire attraverso la specifica Piattaforma informatizzata gestita dell’EPAR, gratuita per tutti gli associati. La piattaforma permette di fruire – sia all’interno che all’esterno dell’orario di lavoro – di specifici corsi on-line per il completamento dell’apprendimento di base, propedeutico al successivo apprendimento On The Job, svolto durante l’attività lavorativa. Successivamente l’apprendimento viene testato tramite apposita verifica, basata su un modello di simulazione interattiva e ramificata. Terminate tali fasi, l’Ente Bilaterale EPAR rilascia l’attestazione del completamento del processo di acquisizione della competenza.

Tutti i lavoratori dipendenti dei datori di lavoro che applicano il CCNL Studi Professionali sono iscritti al Fondo di Assistenza Sanitaria Integrativa SanARCom.

Nell’ottica di rafforzare il sistema di welfare contrattuale nonché il benessere dei lavoratori e delle loro famiglie, le Parti mediante la sottoscrizione del CCNL Studi Professionali prevedono espressamente l’obbligo di riconoscere al singolo dipendente un  valore minimo annuo in beni e servizi di welfare..

Ampio spazio, infine, alla contrattazione di secondo livello per sostenere le aziende nell’introduzione di misure di flessibilità e di innovazione dei modelli organizzativi, tra cui il ricorso al lavoro agile, opportunamente regolamentato dall’Accordo interconfederale sottoscritto dalle parti sociali lo scorso 25 febbraio 2021.